Vedere o essere visti | Baby Version

Installazione | struttura circolare in legno imbiancato con tempera ad acqua, 10 formelle in plexiglass, 10 stampe digitali e 10 lenti ottiche R1 con effetto riducente dell'immagine | La copertura è costituita da un telo elastico Struttura h 2 metri e diametro 575 | Formelle in plexiglass h 11,5x9 cm | Lenti ottiche R1 ovali h 6,1 x4,7 h cm | Stampa digitale h 6,1x4,7 cm

Descrizione

L’installazione accoglie con naturalezza i bambini che sono empaticamente richiamati da un ingresso ribassato – gli adulti sono obbligati ad abbassarsi per entrare. L’ingresso rivela pertanto fin da subito di essere stata pensata per i bambini e la difficoltà riscontrata dagli adulti rende “esclusivo” lo spazio.

Per volontà dell’artista non ci sono didascalie o spiegazioni. L’opera crea molte azioni possibili, il visitatore può sostare, può osservare la miniatura, le formelle con le lenti che riflettono i volti e soffermarsi sugli occhi che spuntano dietro le lenti.  Il titolo dell’opera “Vedere o essere visti” indica che bisognerà compiere una scelta: o guardarsi o guardare…

Identificazione Titolo Vedere o essere visti | Baby Version
Tipologia Installazione
Artista Pancrazzi Luca
Data di realizzazione 2008
Collezione

SMS | Collezione Museo d’arte per bambini

Progetto

InContemporanea 2021

Proprietà Proprietario Museo d'arte per bambini
Data di acquisizione 2008
Specifiche Supporto e tecnica Installazione | struttura circolare in legno imbiancato con tempera ad acqua, 10 formelle in plexiglass, 10 stampe digitali e 10 lenti ottiche R1 con effetto riducente dell'immagine | La copertura è costituita da un telo elastico
Dimensioni Struttura h 2 metri e diametro 575 | Formelle in plexiglass h 11,5x9 cm | Lenti ottiche R1 ovali h 6,1 x4,7 h cm | Stampa digitale h 6,1x4,7 cm
Storia L'installazione Vedere o Essere visti | Baby Versione è stata commissionata all'artista da Michela Eremita nel 2007, in previsione della presentazione (2008) della Collezione permanente del Museo d'arte per bambini nella Sala San Leopoldo del Santa Maria della Scala. L'installazione è una complessa somma di elementi che ha preso avvio da una miniatura firmata Van Dyck (probabile copia) del figlio del re Carlo I d'Inghilterra, Giacomo II Stuart ritratto all'età di tre anni circa. La miniatura proveniva da una collezione privata. Gli occhi del piccolo futuro re sono diventati l'elemento su cui l'artista ha fatto leva per la sua installazione in quanto si ripetono sulle pareti dell'opera. Nel 2019 la miniatura è tornata presso la sua collezione d'origine ed è stata sostituita da una copia (dichiarata tale) realizzata sempre su commissione da Paolo Francioni.