Senza titolo

Collage di metallo e legno 110 x 110 cm

Descrizione

In quest’opera, le lettere, i segni, i numeri sembrano impossibili da decifrare, da comprendere, quasi come se l’artista volesse dare un senso di indefinito e spaesamento.

I colori dei caratteri tipografici sono caldi e perlopiù scuri, tranne alcuni più chiari, e vi sono delle tracce di un inchiostro scuro e di uno violaceo, mentre lo sfondo, che sembra in metallo, è di colore grigio, un po’ rovinato e con delle crepe, probabilmente per cause esterne all’opera.

Identificazione Titolo Senza titolo
Tipologia Scultura
Artista Bova Annamaria
Data di realizzazione 2002
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, Università di Siena, via Roma 47, Siena 53100
Data di acquisizione Novembre 2006
Specifiche Supporto e tecnica Collage di metallo e legno
Dimensioni 110 x 110 cm
Storia L’acquisizione da parte della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Siena è avvenuta nel novembre del 2006, su richiesta dell’allora professore e poi, dal 2008, direttore della Scuola Massimo Bignardi, che ha seguito la volontà del suo predecessore Enrico Crispolti di creare una raccolta di opere d’arte contemporanea, soprattutto grafica, da aprire al pubblico. L’artista di quest’opera, Annamaria Bova, gioca spesso con lettere, numeri e segni, spezzando il legame tra questi e la comunicazione della voce, linguistica, e conferendogli invece un’aura magica. Si assiste così a un ritorno al passato, fino anche all’epoca primitiva. Queste lettere, questi segni sembra siano volutamente privi di un significato ascrivibile alla lingua parlata, non è possibile “leggerli” per dargli un senso compiuto, sembra sia proprio questo senso di indeterminatezza ed evasività ad essere al centro dell’opera in esame; l’artista vuole forse disorientare più che spiegare “a parole”. Una composizione di elementi analoghi, quindi lettere, numeri, segni, si riscontra anche, ad esempio, in Crocifissione (2007, legno, 160x60x20 cm) – una tavola da lei realizzata a forma di croce – , oppure in alcune opere che ha esposto alla sua personale Senza parole. Annamaria Bova, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli: Legno e carta n. 3 (120 x 240 cm), Legno n. 11 (120 x 120 cm), Plastica e carta n. 26, Legno e metallo n. 27 (120 x 240 cm), Legno e mosaico n. 33 (42 x 120 cm) – tutti bassorilievi di forma quadrangolare, come l’opera in esame, o rettangolare –, Legni n. 30-31 (65 x 25 x 25 cm), che sono dei parallelepipedi tridimensionali, o Colonna-Legno n. 39 (150 x 39 cm) – di forma cilindrica. In occasione della mostra citata, sono state date varie letture delle composizioni tipografiche dell’artista: esse sembrano forse voler raccontare qualcosa, con la loro lingua ancora non comprensibile, o forse invece la Bova vuole che questa lingua rimanga indecifrata, “come nostalgia di un senso perduto”, “relitto” di un mondo passato (Durante); ci si trova in una dimensione che precede la pagina stampata, o si tratta di “un’incarnazione” della pagina stessa (Trini). Altri invece hanno visto in alcune lettere particolari un collegamento con la dimensione dei numeri, ad esempio la “n” rovesciata, ma soprattutto la “s” posta in orizzontale, che notiamo anche nell’opera della Collezione di Siena – la “s” in questa posizione ricorderebbe l’infinito; inoltre l’alfabeto della Bova è stato definito “alfabova” (Trini). Il processo creativo dell’artista è diverso dalla decontestualizzazione tipica dell’avanguardia del Novecento, qua i ricordi – dei manifesti elettorali, delle pubblicità, del mondo operaio – vengono traslati in qualcos’altro, un “inatteso spazio di esistenza”; le opere della Bova sembrano dei “grandi bassorilievi”, dei “reperti archeologici” (Gambardella). L’artista sembra possedere anche le caratteristiche del perfetto compositore tipografico, quali un proprio stile, le adeguate conoscenze, il controllo dei caratteri, un rigore interiore, esperienze pregresse formative (Rossi). La Bova, infine, conduce l’arte e la mente verso nuovi orizzonti, con i suoi caratteri in libertà, esercito di nobili soldatini di legno guidati dall’artista (Siena Chianese)[1]. [1]"Senza Parole. Annamaria Bova", «I Quaderni della Biblioteca Nazionale di Napoli», IX, 5, Altrastampa Edizioni, Napoli 2003, pp. 10-15.

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