Piazza d’Italia
Tecnica mista su legno 122x110cm
Descrizione
“Piazza d’Italia” è un’opera pittorica su tavola di formato quasi quadrato. Si tratta di un dipinto che ci rimanda alle suggestioni di Novecento, in particolare alle architetture e agli scorci sironiani, alle volumetrie di architetture spoglie, simili a corpi. La figurazione è essenziale, quasi scarnificata, predominano le geometrie semplici dei volumi: una fessura scura, una porta d’ingresso, una strada nera, un cerchio. La composizione è ben bilanciata al centro, la pittura è sfumata: prevalgono i toni del nero, grigio, crema.
Artista
Progetto
Collezione e Raccolta
Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione
SCHEDA TECNICA
Identificazione | Titolo | Piazza d’Italia |
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Tipologia | Mixed media | |
Artista | Risi Angelomichele |
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Data di realizzazione | 1989 | |
Collezione | Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione |
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Progetto |
Proprietà | Proprietario | Scuola di Specializzazione in Beni storico Artistici dell'Università degli Studi di Siena |
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Data di acquisizione | maggio 2008 |
Specifiche | Supporto e tecnica | Tecnica mista su legno |
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Dimensioni | 122x110cm |
Storia | L'opera, datata 1989, è entrata a far parte della Collezione della Scuola di Specializzazione in Beni storico Artistici dell'Università degli Studi di Siena nel maggio 2008, attraverso il Prof. Massimo Bignardi che, negli anni, ha conosciuto l'opera e la figura di Angelomichele Risi, scrivendo per lui e curandone alcune mostre. Questo dipinto rientra, per composizione e rigore geometrico, nel modus operandi dell'autore tra la fine degli anni Ottanta e soprattutto nei Novanta, cristallizzando l'immagine, creando una sospensione temporale dell'immagine. Della pittura di Risi, in questa fase, scrive Bignardi: “È un modulo originario che l’artista ricalca per impaginare brani di pittura che concentrano l’attenzione sul ritmo dinamico impresso a solidi posti nello spazio della tela, a corpi-architetture guardate da Sironi, a piani-forme sollecitate dal concretismo, misti a figurazioni costruite da reperti di materiali industriali. Risi resta sostanzialmente fedele ad una visione della pittura, per sua fortuna mai scivolata in una delle tante declinazioni transavanguardiste, anzi sostenuta come scelta collocata fuori campo, silenziosa ed appartata, anche se partecipe – penso al dialettico rapporto, negli anni Ottanta, con alcune esperienze della pittura tedesca – di una tensione culturale internazionale”. Cfr. M. Bignardi, “Angri: Territorio Di Transiti”, catalogo della mostra (Castello dei Doria, Angri, Salerno, 24 aprile-11 maggio 1997), Electa, Napoli 1997 |
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