Parco dei daini
olio su tela 40 x 60 cm
Descrizione
L’opera presenta uno dei soggetti più iterati dall’artista che torna spesso sul motivo («per sentire mio un luogo devo vederlo tutti i giorni, a tutte le ore, dallo stesso punto di vista») per notare i continui trapassi di luce e ombra e le variazioni della natura in continua evoluzione e protagonista indiscussa rispetto a figure spesso indistinte colte durante giornate tranquille, normali, senza clamori.
Il formato orizzontale, prediletto specialmente se stretto e lungo, fornisce una visuale panoramica e grandangolare e permette di cogliere il più possibile delle cose accentuandone la lontananza (Lorenza Trucchi): aiuta inoltre a misurare l’afflusso di luce come quando socchiudiamo gli occhi a causa del riverbero (Enzo Bilardello).
Con una pittura mai sommaria l’artista tratta il verde dei lecci di Piazzale dei Daini con macchie di luce che chiazzano l’ombra del prato, gli alberi delimitano lo spazio percorso da figure spesso indistinte.
Il suo parco cittadino è contrassegnato da grandi laghi di ombra liquefatta, i contorni sfuggenti delle foglie sono tenuti insieme dalla luce che si ricondensa in colori.
Artista
Progetto
Collezione e Raccolta
Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione
SCHEDA TECNICA
Identificazione | Titolo | Parco dei daini |
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Tipologia | Pittura | |
Artista | Giovannoni Alessandra |
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Data di realizzazione | 1998 | |
Collezione | Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione |
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Progetto |
Proprietà | Proprietario | Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell'Università di Siena |
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Data di acquisizione | agosto 2005 |
Specifiche | Supporto e tecnica | olio su tela |
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Dimensioni | 40 x 60 cm |
Storia | L'opera deve essere considerata un tassello dell’ampia serie «Parco dei Daini»; questa parte di parco cittadino di Villa Borghese a Roma divenne uno dei siti prediletti per meditare sul rapporto luci-ombre: il cielo sembrava aver perso la centralità che aveva nelle opere precedenti (ad esempio ne "La terrazza. Estate", 1995, tecnica mista su tela, 131 x 137 cm – immagine pubblicata in Licinia Mirabelli (a cura di), "Alessandra Giovannoni: opere 1990-2000" (Catalogo della mostra, Ciampino d'AC Galleria comunale d'arte contemporanea gennaio 2000), Tipografica Renzo Palozzi, Marino (RM) 2000, fig. 1) dal momento che l'artista, rivolgendosi al suolo, tentava forse di non perdere la consistenza materiale della propria pittura (Lorenzo Canova). Riferimenti a questa si possono trovare in "Alessandra Giovannoni" (Catalogo della mostra, Roma Galleria Il Segno dicembre 1998-gennaio 1999), Roma 1998 (testo di Carlo Alberto Bucci); in Licinia Mirabelli (a cura di), "Alessandra Giovannoni: opere 1990-2000", op. cit.; in Francesca Antonini-Giovanna Caterina de Feo (a cura di), "Alessandra Giovannoni" (Catalogo della mostra, Roma Galleria Il Segno, gennaio 2003), Aurelia 72, Roma 2003 (testi di Lorenza Trucchi, Marisa Volpi, Enzo Bilardello), pp. 14-31-102-105 (per vedere alcuni esempi); in Maria Grazia Tolomeo (a cura di), "Alessandra Giovannoni. In cammino" (Catalogo della mostra, Roma Museo Carlo Bilotti. Aranciera di Villa Borghese 11 marzo-8 maggio 2011), Palombi Editori, Roma 2011, p. 33. |
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