Nido caduto

Tecnica mista su carta 44 x 35 cm

Descrizione

“Nido caduto” è una carta di medie dimensioni in cui predominano i colori tipici della poetica di Paolo Conti: il rosso del fondo e il nero al centro. Si tratta di un’opera materica, quasi informale, che si mantiene nel figurativo ma con un certo distacco, dove la pittura si fa gesto e si esprime in ampi tratti decisi. La composizione è ben bilanciata nello spazio e dinamica, conferendo tutto il movimento della caduta.                  I tratti pittorici vanno a definire un soggetto che ci richiama la figura di un volatile, con il petto bianco e il becco alzato, che tende quasi a fuoriuscire dai limiti del foglio, e quello di un nido scomposto, proprio al di sotto.

Identificazione Titolo Nido caduto
Tipologia Mixed media
Artista Conti Paolo
Data di realizzazione 2000
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena
Data di acquisizione dicembre 2006
Specifiche Supporto e tecnica Tecnica mista su carta
Dimensioni 44 x 35 cm
Storia L'opera, datata 2000, entra a far parte della Collezione della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università degli Studi di Siena nel dicembre 2006, insieme all'altra carta dipinta “Resti” (2006), come donazione da parte dell'artista a seguito dell'annuncio pubblicato da “Il Giornale dell'Arte”. Questo dipinto su carta rientra tra le opere più materiche e gestuali di Conti, che rimane nell'ambito del figurativo ma prendendone ne distanze, aprendosi a un'espressione piuttosto “anti-illustrativa”. Come espresso da Gianmaria Merenda, Conti utilizza, nel suo fare pittorico, “le carte e le tele di ogni grana lavorate nelle più diverse modalità [...], i colori coagulati in grande quantità materica che via via nel tempo si sono alleggeriti per velarsi nel tentativo di raggiungere un equilibrio instabile tra materiale e immateriale o le assenze di interventi in spazi più o meno consistenti delle superfici” (G. Merenda, “Paolo Conti. Ricordi. Olii e carte”, 2012).