Musica impazzita (allegrissimo I)

tecnica mista su tavola 46 x 46 x 6 cm

Descrizione

L’artista grazie alla carta e al ritaglio ha creato un rilievo che invade lo spazio mescolando codici differenti secondo un uso congiunto tra segno scrittorio e immagini.

Esplosivi di ritagli di pentagramma fioriscono e il filo, centrale nella sua poetica, divenuto pentagramma, dimostra la sua diversa capacità di creare armonie e celebra visualmente la musicalità del linguaggio enunciando la sua diversa capacità di creare armonie con l’allusione a scritture musicali.

Identificazione Titolo Musica impazzita (allegrissimo I)
Tipologia Mixed media
Artista Gut Elisabetta
Data di realizzazione 1984
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell'Università di Siena
Data di acquisizione ottobre 2005
Specifiche Supporto e tecnica tecnica mista su tavola
Dimensioni 46 x 46 x 6 cm
Storia L'opera fa parte di una serie di lavori che hanno come fondamento il rilievo che parte dal supporto per inoltrarsi nello spazio; il lavoro più attinente a questo in oggetto è "Musica impazzita – invitatoire" (1984, poema-oggetto con frammenti musicali gregoriani, filo, ceralacca, legno e carta, 31 x 31 x 7 cm) pubblicata in Paolo Cortese- Massimo Lisanti, "Elisabetta Gut – Semi e segni" (Catalogo della mostra, Roma Galleria Cortese & Lisanti, 3 ottobre – 3 novembre 2009), Galleria Cortese & Lisanti, Roma 2009 (testi di Mirella Bentivoglio). Altre le opere inseribili nel medesimo ambito: "Strumento musicale – Op. 32-32" (1980, assemblage: incisione, elementi vegetali, collage, filo, frammenti musicali, 35 x 26.7 x 3.5 cm), "Strumento musicale – p dolce" (1980, assemblage: incisione, elementi vegetali, collage, filo, frammenti musicali, 35 x 26.7 x 3.5 cm) e "Strumento musicale - playing six times" (1980, assemblage: incisione, elementi vegetali, collage, filo, frammenti musicali, 35 x 26.7 x 3.5 cm). Un’altra testimonianza di quel periodo artistico viene offerta da Allegretto pubblicato nella rivista bimestrale di produzione e critica culturale «Dismisura» (12, 63/66 (1983), p. 67). Si vedano anche il "Libro-seme" (1979-1993, libro-oggetto costituito da frutto tropicale e frammenti musicali, in teca 24 x 24 x 24 cm) e "Libro-seme / primavera", 1977, seme tropicale e scrittura giapponese, 12 x 9 x 8 cm (immagine dell’opera pubblicata in Mirella Bentivoglio, "Elisabetta Gut 1956-1981: un filo ininterrotto" (Catalogo della mostra, Macerata maggio 1981), Coopedit, Macerata 1981, fig. 39, p. 35) che Marcello Venturoli descrisse così: «…e che dire del suo libro-oggetto, ricavato da un seme tropicale, semichiuso come la conchiglia con le sue valve. Vi si scorge una fisarmonica di paginette di scrittura giapponese che danno più l’idea di una materia vegetale vivente che quella di un’opera a stampa». Il libro, di per sé un oggetto spazialista in quanto sfogliabile proprio come la memoria, è simbolo di comunicazione e di conoscenza condivisa oltre la morte e al di sopra della nostra civiltà sempre più liquida e disorientante.