Grande tela modellata bifronte

olio su tela su supporto in legno 160 x 160 x 30 cm

Descrizione

Quest’opera presenta una tela incurvata di grande formato e le fasce-strisce proseguono oltre il quadro senza considerare lo spazio perché “interessate” di quello esterno: l’artista legandosi alla natura e alla storia cerca una comunicazione, un’integrazione, proponendo un rapporto.

Per l’artista, che credeva nella salvezza offerta dall’astrazione e dai processi mentali e meditativi, il modello principale è la natura, il cui aspetto appariscente era la geometria non esatta e matematica ma intuitiva, da considerare nei suoi aspetti formali e fenomenici, nella perenne conflittualità degli elementi e nell’improvviso loro placarsi.

La pittura di Gandini infatti è memoria dei sentimenti e della natura ma anche testimonianza sulla realtà oggettiva circostante (Filiberto Menna).

Identificazione Titolo Grande tela modellata bifronte
Tipologia Pittura
Artista Gandini Marcolino
Data di realizzazione 1965
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell'Università di Siena
Data di acquisizione gennaio 2006
Specifiche Supporto e tecnica olio su tela su supporto in legno
Dimensioni 160 x 160 x 30 cm
Storia In seguito all’apprendistato presso Casorati, dopo il periodo azzurro (1962-63), caratterizzato da cerchi geometrici e tonalità uniformi grigio-azzurre con vibrazioni luminose scavate dalla spatola, e dopo il periodo dell’equilibrio (1963-64), contrassegnato dalla scomposizione della figurazione precedente e articolato tra presenze geometriche e zone pittoriche, quest’opera si può inserire pienamente nel periodo monumentale (1964-65). Dopo le prime esperienze di non figurazione che videro la creazione di grandi aree ritmiche di colori tonali severi e scabri con gamme morbide di luminosità trattenuta, il periodo monumentale vide la realizzazione di tele in curva impiegando il grande formato che divenne «sintomo di un monumento alla geometria ma anche alle ansie dell’uomo che hanno trovato una certezza: si voleva dare una dimensione nuova al quadro, che diveniva soggetto che si fa guardare, che deve essere guardato come un’architettura» (Maurizio Fagiolo). L’opera gemella è stata pubblicata in "Marcolino Gandini. Articolazioni cromatiche spaziali" (Catalogo della mostra, Carmagnola Palazzo Lomellini 4-31 maggio 1996), Stamperia Artistica Nazionale Torino, Torino 1996, p. 7. Un’opera affine, Senza titolo (1964, olio su tela modellata, 120 x 130 cm), è stata pubblicata in Patrizia Ferri- Enrico Mascelloni (a cura di), "Marcolino Gandini: antologica 1959-1991" (Catalogo della mostra, Umbertide e Roma 1991), Electa, Perugia 1991, p. 25.