Fièra

Tecnica mista variabili, ambientali

Descrizione

Esercizio creativo personale di Anna Capolupo dal titolo Fiè-ra che prende spunto da 13 frammenti della raccolta Bestie di Federigo Tozzi selezionati dall’artista. Il lavoro è stato sviluppato in seguito con due classi del Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna di Siena.
Sono stati prodotti per l’attività con gli studenti dei pod cast utili all’ascolto dei brani selezionati dall’artista.
Voce di Mario Ghisalberti (Compagnia teatrale La Sveglia) con il supporto di Maria Chiara Scoppelliti Parte tecnica Tommaso Gabrielli

Anna Capolupo partendo dalla lettura di alcuni frammenti della raccolta “Bestie” di Federigo Tozzi sviluppa un processo di indagine, intima e introspettiva che la porta ad un confronto con i ragazzi del Liceo artistico Duccio di Buoninsegna di Siena. Le immagini troveranno alla fine una loro rappresentazione dagli echi teatrali: delle maschere.

Racconta l’artista:

“Dalla lettura dei frammenti BESTIE di Federigo Tozzi potremmo realmente creare una Fiera, una mostra mercato, o addirittura la nostra personale Arca di Noè. Ogni racconto finisce con l’associare uno specifico stato d’animo ad un animale, oltre che rendere la scena così estremamente pittorica soprattutto nella descrizione del paesaggio, con cui lui entra spesso in simbiosi e che fa da contorno a umori esistenziali profondi.”

Racconta l’artista:

“Fiè-ra, l’etimologia di questa parola ha due significati dal latino, uno è feria giorno di festa e l’altro è fera dal femminile ferus feroce. Il suo significato più diffuso è Mostra-mercato; animale feroce. Nella stessa parola abbiamo significati diversi che non sembrano avere nulla a che fare fra di loro eppure entrambi confluiscono in qualcosa che è di altri tempi.

Dalla lettura dei frammenti BESTIE di Federigo Tozzi potremmo realmente creare una Fiera, una mostra mercato, o addirittura la nostra personale Arca di Noè. Ogni racconto finisce con l’associare uno specifico stato d’animo ad un animale, oltre che rendere la scena così estremamente pittorica soprattutto nella descrizione del paesaggio, con cui lui entra spesso in simbiosi e che fa da contorno a umori esistenziali profondi.

In un sogno che ho fatto recentemente un criceto era travestito da Istrice, aveva però guglie che gli attraversano il corpo da lato a lato, nel sogno non sembrava provare dolore, anzi si pavoneggiava delle sue guglie da istrice, ma la scena era inquietante.

Molte volte nel corso della mia vita, mi sono sentita quell’istrice. Ci sentiamo vicini agli animali molto spesso come Tozzi, utilizziamo forme di linguaggio che ci associano agli animali: sembri un cane bastonato, stai muto come un pesce, una febbre da cavallo, gallina vecchia fa buon brodo parlando di una donna di una certa età, ignorante come un asino….ecc ecc.

L’uomo ha sempre “pensato” l’animale, fin dalla preistoria dove per cacciarli li studiava, cercava di pensare come gli animali pensavano, doveva trasformarsi e essere l’animale che voleva cacciare. In questo modo, ho letto in un libro recentemente ( Antropocene fantastico, scrivere un altro mondo di Meschiari ) “gli animali ci hanno regalato l’invisibile, ci hanno spinto a raffinare il pensiero simbolico e a guardare il mondo come se fosse immerso in una complessità narrata” . Ecco perché oggi esistono ancora maschere come quella di Su Boe Erchitu nel sud della Sardegna a Escalaplano, dove si narra che durante alcune notti, degli uomini si trasformano in buoi e muggiscono fuori dalle case delle persone che – in quelle notti- moriranno.

Allora, forse, dalla preistoria ad oggi non siamo cambiati, siamo ancora animali che inventano storie per affrontare la complessità del mondo. Senza dimenticare che viviamo una pandemia che è stata generata, secondo i virologi più importanti, da un pangolino che incontra un pipistrello così pericolosamente da vicino da creare tutto questo.

Mi viene così da pensare che il mio workshop con gli studenti potrebbe iniziare proprio con queste parole di Tozzi che a me sembrano perfette”:

“Leggerò, forse, fino a stasera; ma il libro non lo chiuderò; resterà aperto tutta la notte e troverò

i sogni su le pagine come se fossero figure”

Identificazione Titolo Fièra
Tipologia Esercizio creativoInstallazioneMixed mediaPitturaSuono
Artista Capolupo Anna
Data di realizzazione 2021
Collezione

SMS | Collezione Museo d’arte per bambini

SMS | Santa Maria della Scala InContemporanea

Progetto

InContemporanea 2021

Proprietà Proprietario Museo d'arte per bambini
Data di acquisizione 2021
Specifiche Supporto e tecnica Tecnica mista
Dimensioni variabili, ambientali
Storia Il lavoro nasce da una riflessione sulla parola Fiè-ra e dal contributo delle letture di Bestie, serie di frammenti scritti da Federigo Tozzi nel 1917. Il progetto è una delle attività fatte per Toscanaincontemporanea2021.

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