Disegni progettuali. Intervento nello spazio: Leyla Zana
tecnica mista su carta 100 x 34 cm
Descrizione
L’opera è caratterizzata da quattro riquadri che mostrano l’articolazione studiata dell’installazione per il sito prescelto (la Piazza d’Armi riempita con il marmo locale per evocare la repressione e i vani di uscita bloccati con muri a secco in pietra, creando un’atmosfera di soffocamento e reclusione) e dal testo («La Sua aria scavata nella pietra, le mie mani, la mia mente, per uscire fuori. ‘Io’, il Suo mezzo per andare oltre, il corpo non esiste, lo spirito è libero») che presenta il segno tipico dell’artista che dedicò questo intervento ambientale a Leyla Zana, ex deputata curda, rinchiusa in una cella di massima sicurezza per essersi battuta per il popolo curdo ostacolato dalla dura repressione turca.
Artista
Progetto
Collezione e Raccolta
Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione
SCHEDA TECNICA
Identificazione | Titolo | Disegni progettuali. Intervento nello spazio: Leyla Zana |
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Tipologia | Pittura | |
Artista | Dompé Maria |
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Data di realizzazione | 1998 | |
Collezione | Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione |
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Progetto |
Proprietà | Proprietario | Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell'Università di Siena |
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Data di acquisizione | maggio 2005 |
Specifiche | Supporto e tecnica | tecnica mista su carta |
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Dimensioni | 100 x 34 cm |
Storia | Il lavoro è il bozzetto preparatorio per l’intervento ideato per la Biennale Internazionale di Scultura Città di Carrara, ultima parte di un trittico costituito da un primo intervento alla VIII Biennale d’Arte Sacra a Teramo, ossia l’installazione Madre Teresa di Calcutta, e da un secondo nella mostra “Scultura marchigiana dal dopoguerra a oggi (1945-1998)” ad Ancona presso la Mole Vanvitelliana, nel cortile del Lazzaretto, lavoro dedicato alla monaca tibetana Ngawang Sangdrol, condannata a 18 anni di detenzione dalla giustizia cinese, per aver manifestato solo verbalmente il dissenso per l’occupazione del Tibet. Il terzo elemento, a cui quest’opera è strettamente e propedeuticamente legato, è dedicato a Leyla Zana, ex deputata curda, rinchiusa in una cella di massima sicurezza per aver sostenuto ed espresso le ragioni del suo popolo. In occasione della IX Biennale di Scultura di Carrara l’ambiente prescelto, la Piazza d’Armi, è stato interamente riempito con il marmo locale, affinché si suggerisse la repressione e i vani di uscita sono stati bloccati con muri a secco in pietra, creando un’atmosfera di soffocamento che evocava lo stato di reclusione. Il riferimento all'intervento ambientale si trova in Enrico Crispolti- Luca Massimo Barbero, "IX Biennale internazionale di scultura Città di Carrara. Scultura Architettura Citt"à (Catalogo 25 luglio-27 settembre 1998), Electa, Milano 1998, p. 152 e in Laura Iamurri, "Maria Dompè: interventi nello spazio 1998-2000", 2001, n. 28. |
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