Chiesa degli Zandri

collage e grafite su carta fatta a mano 50 x 30 cm

Descrizione

L’opera è caratterizzata da una linea che scandisce forme simboliche di un’architettura del vuoto e del silenzio, misteriosi richiami plastici ad arcaiche costruzioni, la cui monumentalità viene evocata grazie alla purezza delle forme elaborate sulla base di elementari assunti geometrici.

Identificazione Titolo Chiesa degli Zandri
Tipologia Illustrazione
Artista Ligi Fulvio
Data di realizzazione 1993
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell'Università di Siena
Data di acquisizione 2005
Specifiche Supporto e tecnica collage e grafite su carta fatta a mano
Dimensioni 50 x 30 cm
Storia Questo studio per scultura può essere ricondotto alla modalità tipica dei primi anni ’90 dove la linea scandisce forme simboliche di un’architettura del vuoto e del silenzio, misteriosi richiami plastici ad arcaiche costruzioni. Il vuoto è dunque una realtà visibile e queste immagini plastiche si rivelano monumentali e portatori di una spiritualità e religioso incantamento, entrambe caratteristiche dovute alla purezza delle forme elaborate sulla base di elementari assunti geometrici. Questa tappa è l’ultima di un percorso che ebbe inizio nei primi anni Sessanta dove il segno scorreva sul ritmo di una visione onirica che aveva come protagonisti grovigli fecondativi e fisiologie erotiche; nel 1966 la linea si abbandona a nuclei figurali, tracce di una navigazione nel cosmo di una geografia psichica; alla fine degli anni Sessanta, accostatosi alla teorie estetiche della Gestaltung, Ligi si interessò ai valori del modulo studiando possibilità della forma in relazione a un sistema di variabili compositive la cui oggettività formale sfocia nelle opere fino all’inizio degli anni ’80 quando l’artista effettuava ricerche sul volo e sulla danza per poi concepire sovrapposizioni ascensionali, corpi portati ad espandersi nello spazio oppure ad enuclearsi in moduli plastici liberi di variare i loro movimenti in equilibri precari. L’importanza dei disegni di Ligi sta anche nel riverbero del suo amore per il disegno classico, specialmente per piccoli sudi anatomici di Leonardo e per il sanguigno chiaroscuro di Mattia Preti: nelle grafiti dell’artista marchigiano però la linea è ridotta all’assenza di spessore e la luce delimita l’ombra così come la l’ombra la luce (Maurizio Guercini). L’opera è stata pubblicata in Toni Toniato (a cura di), "Fulvio Ligi: disegni 1961-1995", 1995. Nel 2008 si tenne presso il Palazzo di San Galgano (Siena) la mostra Segni contemporanei curata dal Prof. Massimo Bignardi per il quinto appuntamento della rassegna "SanGAlganoSquare": la selezione dei lavori, che includeva Fulvio Ligi e accoglieva anche inclinazioni artistiche molto diverse tra loro, fu concepita per proporre una panoramica che aveva lo scopo di mappare il genere disegnativo degli ultimi decenni.