Astrattismo e citazione – Provenienze possibili

Stampa retouché a matita 73,3 x 77,3 cm

Descrizione

Nell’opera l’artista affronta i temi del tempo, della storia delle civiltà, quindi della memoria dell’uomo. Accanto a forme astratte vi sono citazioni dalla natura o dalla storia, forse più precisamente della Piramide e dei meandri del fiume Nilo, usati spesso da Calonaci. Anche il simbolo del sole è ivi presente, come anche in gran parte della produzione artistica dell’artista.

Il sole è una macchina, cosmica ma anche molto terrena, che irradia energia[1]; il suo nucleo compie un movimento circolare che però è attraversato da alcune diagonali, che rappresentano altre forze energetiche che dinamizzano la struttura. L’uomo e gli altri esseri viventi hanno costruito caverne, case e anche le stesse città sulla base di questa energia emanata dal sole.

In questa fase artistica, “Astrattismo & Citazione”, i colori sono tenui.

[1]«una macchina costruita da intelligenza superiore, misteriosa, logica (la fotosintesi, il processo clorofilliano)», dalle parole di Calonaci, cfr. Crispolti Enrico, “Calonaci. Dalla forma pura alla contaminazione iconica”, Alsaba Edizioni, Siena 2004, p. 55.

Identificazione Titolo Astrattismo e citazione – Provenienze possibili
Tipologia Grafica
Artista Calonaci Giuseppe
Data di realizzazione 2003
Collezione

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena | Collezione

Progetto
Proprietà Proprietario Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici, Università degli Studi di Siena, Palazzo di San Galgano, via Roma 47, Siena 53100
Data di acquisizione
Specifiche Supporto e tecnica Stampa retouché a matita
Dimensioni 73,3 x 77,3 cm
Storia L’opera è stata donata alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte di Siena probabilmente nei primi anni del 2000, quando era Direttore Enrico Crispolti, poiché questi voleva creare una raccolta di opere d’arte, soprattutto grafiche, a disposizione degli studiosi ma anche di un pubblico più vasto; inoltre Calonaci era amico di Crispolti, il quale nel 2004 scrive il saggio Calonaci. Dalla forma pura alla contaminazione iconica (Alsaba edizioni, Siena). Il titolo dell’opera in esame evidenza il ciclo di cui fa parte, Astrattismo & Citazione, che impegna l’artista all’incirca dal 2001 al 2009. Questi, in tale fase, all’interno di forme astratte inserisce citazioni di monumenti della storia universalmente noti, come le piramidi, e di altre opere d’arte particolarmente famose. Inoltre appartengono a questo periodo le Città Verticali, sculture in bronzo a cera persa di grandi dimensioni. Il periodo di riferimento per l’opera è uno dei più recenti, ed è l’esito di un percorso che l’artista compie nel tempo. Egli inizialmente si inserisce nella tradizione fiorentina dell’ “Astrattismo classico”, trattando forme astratte pure. Col passare degli anni e con il cambiamento della sua ispirazione, si interessa a tematiche come il tempo, la storia delle civiltà e i relativi simboli, impressi nella memoria dell’uomo, quindi nelle sue forme astratte fanno capolino delle immagini, sotto forma appunto di simbolo (con l’eccezione delle figure sacre di alcune sue opere) che rimandano a elementi della storia o della natura universalmente conosciuti. Nel caso dell’opera in esame, i simboli sono probabilmente quelli della Piramide e dei meandri del fiume Nilo, che l’artista è solito utilizzare. Altra simbologia ivi presente, e che attraversa tutta la produzione artistica di Calonaci, è quella solare: il sole, infatti, è un elemento che irradia la sua energia con grande forza concentrica, e rappresenta l’energia vitale, l’uomo, la città, ed è al contempo attraversato, quasi tagliato, da alcune diagonali, che raffigurano l’operare dell’uomo nel segno del sole. Il sole è una presenza cosmica ma al contempo molto terrena, che irradia la sua energia come una macchina[1], con un nucleo dal movimento circolare in cui si insediano altre forze, diagonali, rettilinee, cioè altre interferenze energetiche, che lo dinamizzano. Tutti gli esseri viventi, compresi quindi anche gli uomini, vivono e hanno creato la loro dimora – la caverna, la casa, la città - in funzione di questa energia solare. I colori in questa fase artistica di Calonaci sono generalmente tenui. [1]«una macchina costruita da intelligenza superiore, misteriosa, logica (la fotosintesi, il processo clorofilliano)», dalle parole di Calonaci, cfr. Crispolti Enrico, "Calonaci. Dalla forma pura alla contaminazione iconica", Alsaba Edizioni, Siena 2004, p. 55.