Persico Mario
Informazioni
Mario Persico, tra i protagonisti più attivi e influenti all’interno del dibattito culturale italiano, nasce a Napoli nel 1930, città dove vive e lavora. Dopo aver conseguito la maturità artistica e aver iniziato a frequentare la facoltà di Architettura di Napoli, si diploma all’Accademia di Belle Arti del capoluogo partenopeo. A partire dal 1949, inizia la sua attività espositiva. Nel 1955 è tra i firmatari del “Manifesto dell’arte nucleare” di Enrico Baj. Nel 1958 è tra i fondatori del “Gruppo 58”, assieme a Biasi, Del Pezzo, Di Bello, Fergola e Luca: all’interno del Gruppo, le sue opere rivelano uno spaccato sul reale e sui suoi lati metamorfici, con particolare riferimento agli aspetti più grotteschi, mostruosi, deformi nella natura e nei sogni.
Nel 1959 tiene la sua prima personale alla Galleria Senatore di Stoccarda. Dal 1960 inizia a esprimersi attraverso la tecnica del collage: mezzo espressivo che lo accompagnerà anche negli anni a venire. Nel 1962 partecipa ad Alternative Attuali rassegna a cura di Enrico Crispolti, allestita presso il Castello Spagnolo.
I grandi ambiti di ricerca nella produzione di Persico sono essenzialmente quattro: la scultura, gli oggetti praticabili, il teatro e l’erotismo.
Tra il 1967 e il 1968, l’artista realizza Segnali e Oggetti ammiccanti, le prime sculture in cui viene ribaltato il rapporto abituale tra uomo e manufatto. Nel 1969, durante “l’antologica” che gli dedica la galleria Senatore a Stoccarda, in alcuni parchi pubblici della stessa città appaiono le Gru erotogaie: opere in grado di mimare il procedere tentacolare di un animale mostruoso o un atto sessuale; di indicare “direzioni utopiche”; di deformarsi assumendo forme umanoidi e suggerendo ipotesi combinatorie. Anche con Le sedie dell’isteria (1971), Persico porta avanti la sua riflessione sull’oggetto e i suoi usi. Le sue opere-oggetto sono tattili, praticabili, sono modificabili in diverse combinazioni e con una pluralità di significati: sono il concretarsi delle teorie, diffusesi in Italia negli anni Sessanta sull’opera “aperta”, che si rifanno alle dichiarazioni di Alfred Jarry, inventore della Patafisica: “scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità”. Da qui, ben presto, si dedica alla costruzione di oggetti d’uso quotidiano, ad alcuni Teatrini e alla progettazione di Sedie della tortura. Nel 1972, la galleria “L’uomo e l’arte” di Milano presenta la seconda opera antologica di Persico, intitolata Dalle figure metamorfiche alle gru erotogaie.
Gli anni Settanta sono anche il momento in cui Persico, a seguito dell’esperienza fatta nel 1973 con Edoardo Sanguineti alla Scala di Milano, si apre al teatro, inteso come libertà terapeutica, rigenerazione di forze psichiche, trasfigurazione del vissuto nella finzione.
Infine, l’attenzione di Persico per la pittura erotica porta a proporre nuove relazioni tra erotismo e potere attraverso l’affermazione dell’osceno, dell’eccesso: di fronte al ridicolo orrore dei nostri tempi, l’unica resistenza può essere rappresentata dalla materialità del desiderio e del sesso.
Nel 1975 è invitato alla “XII Biennale Internazionale d’arte del Fiorino”, al Forte di Belvedere di Venezia, vincendo il premio della Germania Federale per un artista italiano.
Nel suo lavoro è costante l’accusa verso una società responsabile di aver deformato l’immaginazione collettiva, in particolare nel ciclo di opere su Courbet, sviluppato a partire dai primi anni Ottanta.
Nel 2007 partecipa a Visioni & Illusioni. Il realismo visionario nella pittura italiana moderna e contemporanea, presso il Castello Cinquecentesco a L’Aquila (a cura di O. Del Turco e S. Pegoraro)
Nel 2012 espone nella personale Mario Persico. NO, presso il MADRE di Napoli (a cura di M. Franco).
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