Mancino Enea

Informazioni

Enea Mancino nasce a Tirana nel 1944. Dal 1965 al 1975 insegna Disegno Industriale ed è ricercatore
presso l’Istituto di Tecnologia della Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli,
occupandosi di materie plastiche. Dalla fine del 1975 insegna Storia dell’arte e percezione visiva nel corso di Grafica Pubblicità, di cui è anche coordinatore; dal 1983 al 2005, invece, dirige il Settore Cultura, Formazione e Lavoro della Regione Campania. Dal 1979 si fa ideatore e organizzatore, anche a livello internazionale, delle mostre collettive della Galleria “San Carlo” di Napoli.
Nel 1985 conosce Arnaldo Esposito, che lo fa avvicinare al gruppo genovese MADÌ, e dal 2011 al 2015 esporrà in varie loro mostre: in Germania, a Tokyo, a Lovere, a Palermo, a Brescia, in Australia, nella
Reggia di Caserta e a Castel dell’Ovo a Napoli.
Tornando all’anno 1985, partecipa alla FIAC di Parigi e ad Art Cologne. L’anno successivo è
invitato da Salvatore Presta, a Genova, prendendo parte alla mostra Le prove della qualità, a cui partecipa
anche, per la prima volta in Italia, Carmelo Arden Quin; sempre nel 1986 espone alla XI Quadriennale di
Roma, e l’anno dopo alla XXX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano, nel Palazzo della Permanente,
su invito di Pietro Dorazio, artista molto stimato da Mancino e che si era interessato all’ambiente artistico
napoletano del tempo. Nel 1988, invece, Mancino è fra gli artisti che espongono a Napoliscultura, al
Palazzo Reale di Napoli.
Se all’inizio della sua carriera si avvicina all’arte figurativa, se ne allontana poi, invece, prendendo la via
dell’astrattismo: questo cammino è accompagnato dalla conoscenza con la citata Galleria “San Carlo” di
Napoli e con gli artisti dell’“Ennesimo Gruppo 81”, creato da Luigi Paolo Finizio che è un suo
importante critico. In questo primo periodo astratto realizza le sue “superfici in tensione”. Questo
percorso continua con la partecipazione alla mostra Continuità dell’astrattismo, a cui espone il gruppo
“Geometria e Ricerca”, fra cui compare il nome di Renato Barisani, artista presente nella Collezione della
Scuola di Siena (n. inv. 8).
La sua ricerca prosegue con la sperimentazione dei Luoghi geometrici, a cui sarà dedicata anche una sua
mostra personale a Napoli, nel 1985, nello Studio Ganzerli.
Dal 1987, nel periodo in cui realizza delle “sculto-pitture”, si dedica anche al ciclo cartesiano, che espone
nella mostra Una linea napoletana, curata da Enrico Crispolti, che ha avuto luogo a Pordenone e poi al
“Real Belvedere” di San Leucio in provincia di Caserta; la sua ricerca prosegue con i grovigli cartesiani,
esposti nel ciclo di mostre collettive, a cura di Ugo Piscopo, I crocevia di imprevisti, a cui partecipano
anche Arturo Borlenghi, Renato Barisani, Carmine di Ruggiero, Edoardo Ferrigno, e altri, alla “Numero
9” a Napoli nel 2005. Il culmine di questo sviluppo artistico è datato al 2007, con la mostra Anamnesi
cartesiana (Caserta, Unusual Art Gallery, 9 – 21 giugno 2007); un’altra serie di Mancino è quella dei
Frattali.
Come materiali, egli utilizza spesso l’acrilico, anche sul legno o su forex, oppure l’olio su tela.
Per realizzare le sue geometrie astratte, specialmente negli anni recenti, fa uso di dispositivi tecnologici che gli garantiscono un ampio spettro di possibilità e gli permettono di giocare con la superficie, lasciando anche spazio alla casualità.
L’artista, nella sua produzione astratta, è guidato da una parte da procedimenti geometrici che si potrebbero definire razionali ma, dall’altra parte, infonde alle sue composizioni elementi emotivi e fantastici, forme e colori ben bilanciati, che si compenetrano.