Lombardi Daniele

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Daniele Lombardi (Firenze, 12 agosto 1946 – Firenze, 11 marzo 2018)

L’artista Daniele Lombardi nasce a Firenze nel 1946 e lavora sia nella città fiorentina che a Milano; egli è stato sia compositore, che pianista, che artista visivo, e infatti per tutta la sua vita ha provato a coniugare i
diversi aspetti della sua personalità e carriera. Ha prodotto musica e arte, come dice lui stesso in un’intervista richiestagli da Bruno Casini. La musica e lo spazio si compenetrano, sono quasi interscambiabili: “La musica è una sfida allo spazio, lo spazio dove il suono vibra; un gioco tra il visibile
e l’udibile, per cui ascolto guardando e vedo ascoltando. Questo progetto mi ha fatto produrre immagini silenziose e installazioni in luoghi specifici”.
Oltre ad aver composto musica, inciso dischi e pubblicato libri, egli ha anche realizzato disegni,
dipinti – spesso acrilici e tecnica mista in grande formato su tela o carta giapponese -, video, computer
graphics, e presentato la sua variegata opera al pubblico in molteplici forme: attraverso concerti
accompagnati dall’esposizione di alcune sue opere visive, come nell’esposizione-concerto Grafemi
musicali (Palazzo Strozzi, Firenze, 7-14 Marzo 1975), o in Guarda che musica, Maggio Musicale
(Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze, 2-30 Giugno 2013); partecipando a iniziative
internazionali, come la mostra Italian Futurism 1909-44. Reconstructing the Universe (Guggenheim
Museum, New York, 21 febbraio – 1 settembre 2014), in cui ha suonato lui stesso. La sua attività
musicale-visiva ha un primo importante sbocco in Ipotesi di Teatro Metamusicale, evento durante
l’Autunno Musicale di Como del 1972 in cui ha fatto entrare una persona alla volta in uno spazio in cui ha
esposto le sue Notazioni di fatti sonori che l’esecutore ricrea nella propria immaginazione (VI Autunno
musicale di Como, Villa Olmo, 1972).
L’artista ha presentato i suoi lavori sia in Italia, a Firenze, Milano, Roma, Siena, Prato, sia all’estero, a New York, Los Angeles, Berlino, Il Cairo.
Lombardi si è sempre interessato alle avanguardie, nell’arte e nella musica, avvicinandosi in
particolar modo ai futuristi italiani e russi, scrivendo anche alcuni testi sul tema e riproducendo in
concerto delle composizioni di artisti di tale movimento. Una vicinanza si nota nella concezione del
tempo espresso sotto forma visiva, e nella musica trasformata in segno e gesto, come nei suoni e rumori
delle parolibere futuriste. Le forme dei suoi dipinti si compenetrano e intrecciano senza seguire uno
schema e il colore non è semitrasparente: due elementi che distinguono Lombardi da Giacomo Balla.
Lombardi è andato oltre rispetto agli esiti futuristi, in un’instancabile ricerca di innovazione. Per il
carattere astratto della sua opera grafica e pittorica, l’artista è stato anche assimilato a Kandinskij – il
quale, attraverso le Composizioni, dichiara il legame della sua arte con la musica -, e definito “protodada”.
Achille Bonito Oliva, in un confronto tra l’artista e Duchamp, afferma che Lombardi trae oggetti dalla
vita reale, privandoli del loro “valore d’uso quotidiano” e contaminandoli, con un loro impiego
“fantastico”. L’oggetto viene investito così, da Lombardi, di “un’altra storia, non salvifica come il gesto
duchampiano, in quanto impossibile da riprodurre culturalmente”. L’oggetto mantiene il suo decoro ma
viene impiegato in modo trasversale; con la sua arte l’artista crea un “nuovo ordine di bellezza”, un ordine
formale, “metafisico”.