Hassan Fathi

Informazioni

Nato al Cairo nel 1957 in una famiglia nubiana (padre sudanese e madre originaria dell’Alto Egitto), dove vigeva la tradizione matriarcale. Nel 1979 ricevette una borsa di studio dall’Istituto Italiano di Cultura del Cairo, si trasferì in Italia e a Napoli si iscrisse all’Accademia di Belle Arti nel 1980 per studiare scenografia,  dal momento che il corso di pittura era pieno. Dopo aver conseguito la laurea nel 1984, con una tesi sull’influenza dell’arte africana nel cubismo, si trasferisce a Edimburgo. Durante gli studi e immediatamente dopo la laurea ha lavorato anche come attore e scenografo presso la RAI a Napoli e Roma. Nel 1986 si trasferisce a Pesaro.

Nei suoi disegni, dipinti, sculture e installazioni, Hassan sperimenta con la parola scritta e parlata, enfatizzandone spesso le relazioni di potere tra queste, esplorando il tema delle lingue antiche cancellate dalla dominazione coloniale e ponendo attenzione alla perdita del linguaggio originario sotto il dominio dell’impero.

Con sceneggiature inventate di ispirazione cufica, gioca con i simboli, le trame e la calligrafia – i cui caratteri rimangono volutamente illeggibili – della sua eredità nubiana per esplorare lo spazio tra simbolismo grafico e significato letterale in colori vivaci e collage: è stato un suo originale modo di partecipare al graffitismo (Enrico Crispolti).

È la ricerca di una remota verità celata nell’intreccio antropologico della propria terra, il Mediterraneo nel sovrapporsi di culture lontane, di implicazioni archetipe. Hassan percepisce dunque la valenza del segno in quanto già elemento strutturante: esso si organizza come una tessitura giocando sulla flessuosità degli andamenti concavi. Nel corso di questi decenni partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Danimarca, Egitto, Gran Bretagna e New York.

Dal 2000 collabora con Beinciv Art Gallery realizzando mostre in Italia e all’estero. Due anni dopo è chiamato allo Smithsonian National Museum of African Art (Washington D.C.) per un’installazione di scrittura murale all’interno della struttura museale. Grazie all’interessamento di Mary Angela Scroth di Sala 1 (Roma) viene segnalato alla Biennale di Dakar e alla Biennale di Arte Sacra di Teramo.

Recenti mostre personali includono una personale al Museo Nazionale Villa Pisani (Venezia 2008), Kenuz (Napoli 2009), Tasaheel (Ascoli Piceno 2010), Fathi Hassan (Leighton 2010), Fathi Hassan: Transformation, (New York 2011) e Faces and Voices (Manchester 2012).

Hassan ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero della Cultura (Egitto) nel 1989 ed è stato il primo artista ad essere selezionato per rappresentare l’Africa alla sezione Aperto ’88 della Biennale di Venezia.

Le sue opere sono conservate presso la permanente del Victoria & Albert Museum e il British Museum di Londra e nel Museo Nazionale di Arte Africana Smithsonian Washington D.C.

Hassan ha vissuto perlopiù in Itala da quando si è laureato nel 1984; attualmente lavora con “Rose Issa Projects” e si divide tra Marche, Londra e Edimburgo.