Gabbriellini Andrea
Informazioni
Nato a Molina di Quosa (Pisa) nel 1933, Andrea Gabbriellini studiò all’Istituto Pacinotti e all’Università di Pisa. Fin da ragazzo manifestò grande interesse per l’arte e se il suo desiderio più grande dipingere, le necessità della famiglia lo costrinsero per vari anni a dividere il tempo con altre attività.
Ciò non gli impedì di dedicarsi all’attività artistica con efficacia: le sue opere cominciarono ad ottenere primi premi unitamente a riconoscimenti di rilievo e presto l’artista fu considerato da vari critici uno tra più significativi nel panorama dell’arte italiana contemporanea (Mark Tibbet per esempio – negli anni Novanta anche Enzo Carli e Tommaso Paloscia lo considerarono tra gli artisti visivi toscani più significativi del XX secolo).
Dal 1952 sulla ricerca linguistica attraverso un percorso artistico che dopo un iniziale periodo figurativo, segnato da influssi post-impressionistici e macchiaioli, si fece sempre più astratto e sperimentale a parte la ritrattistica d’occasione (Donna, 1961, olio su tela, 70 x 50 cm, p. 12)
Tra il 1960 e il 1974 espose in Italia e all’estero conoscendo a New York protagonisti delle avanguardie americane: ne condivise il rinnovamento e si immerse così in esplorazioni poetiche e tecniche al di fuori dei vari movimenti.
Il gusto per la scoperta di silenzi nordici più che caldi e mediterranei si può riscontrare in Porto, 1963, olio su tela, 80 x 100 cm e in Verità, 1964, olio su tela, 60 x 80 cm.
Nel 1971 fu scelto per Panorama di Grafica Contemporanea e l’anno successivo allacciò rapporti con esponenti della neoavanguardia europea in occasione dell’esposizione al Museo Puskin di Mosca.
Tre anni dopo, in seguito all’intervento alla Biennale di Barcellona, Gabbriellini fu colpito da una lunga crisi (opera di riferimento per questo periodo è Il comandante, 1983, olio su tela, 120 x 60 cm, p. 19): tra incertezze ritornò al figurativo benché lontano da verosimiglianze naturalistiche e finì col distruggere la maggior parte delle opere perché ne rifiutava il risultato.
Con le PAGINE, dal 1986 tornò a dedicarsi alla ricerca recuperando i principi pittorici, quali i colori, le strutture formali e i composti materici riconducendo la pittura ai suoi elementi di colore-spazio e segno-materia, intesi come entità linguistiche autosufficienti. Ogni pagina diveniva un viaggio nella propria anima dal momento che palpitavano le inquietudini della stagione esistenziale. Alla ricerca di una primigenia purezza ebbe modo di fare esperienza della spiritualizzazione della materia mediante un registro di intensità lirica.
L’auspicato ordine essenziale è stato trovato nelle Barriere che “non cancellano la vita ma la esaltano, anche per l’allarme che esse lanciano affinché l’uomo ritrovi il gusto della poesia nella bellezza nuda di queste tele” (Dino Carlesi).
Fondando le sue applicazioni sui vari sistemi di elementi che costituiscono “strutture espressive”, l’artista che ha denominato cicli i suoi momenti creativi (INIZIALE – ESPOLORAZIONI – SOLITUDINI – GIARDINI – SIMBOLI – ANDROMEDA – CRISI – PAGINE – LIVING SPACE – BARRIERE – FRANTUMAZIONI – INCANTESIMI – SPAZI NECESSARI – FRANTUMAZIONI 2) è stato protagonista di oltre cinquanta personali, che hanno avuto luogo in gallerie, pinacoteche e musei di vari Paesi del mondo e numerosissime sono state le partecipazioni a rassegne, fiere d’arte, expo, mostre e premi nazionali e internazionali.
In Toscana gli sono state dedicate varie personali pubbliche e tra le ultime si possono annoverare quelle tenutesi a Palazzo Lanfranchi (Pisa 1991), al Centro per l’Arte “O. Cirri” (Pontedera 2003), a Palazzo Panciatichi (Firenze 2004), a Villa Bottini (Lucca 2006) dove era possibile notare l’accostamento tra il pensiero di Dorfles e le espressioni pittoriche di Gabbriellini, e al Museo Piaggio (Pontedera 2008).
Con Continuità disContinua, testimoniava la continuità dello stile nonostante le variazioni d’uso linguistico e formale del segno, della materia e del colore in una concezione dello spazio insieme aperto e rigoroso.
Le sue opere sono presenti in musei e pinacoteche pubbliche, quali il Moderna Museet di Stoccolma, il Museo Espanol de Arte Contemporaneo di Madrid, il Musèe National d’Art Moderne di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, il Museo d’Arte Moderna di Mosca, il MA*GA di Gallarate, la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Jesi, la GNAM di Roma, il Museo d’Arte Moderna di El Cairo, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Sassoferrato, la Pinacoteca Carlo Servolini di Collesalvetti (Livorno), la Galleria Civica d’Arte Moderna di Arezzo, il Museo Nascosto della Provincia di Pisa, la Pinacoteca del Consiglio della Regione Toscana di Firenze e il Museo Raffaele De Grada di San Gimignano (Siena).
Vive e lavora a Pisa.