Polizzi Francesca

Informazioni

Francesca Polizzi nasce a Palermo nel 1988. Intraprende gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo dove consegue il diploma di primo livello in Scultura e il percorso biennale di secondo livello nel medesimo indirizzo.  Nel 2018 svolge un periodo di residenza a Düsseldorf, finanziato dal Kulturamt, partecipando alla selezione al bando indetto dall’associazione Dusseldorf-Palermo.

Attualmente collabora con la Galleria di Giovanni Rizzuto a Palermo.

Francesca Polizzi è un’artista che lavora sulla trasformazione della materia. L’atto che genera cambiamento è quello artistico, attraverso il gesto e/o la presa di coscienza e la cura la materia naturale, allo stato “primitivo” viene trasportato in una dimensione diversa, nobile. Interessante è il procedimento di utilizzo della materia in quanto fin dalla fonte lei segue il percorso che porta alla trasformazione dell’elemento.

Racconta di sé:

La ricerca attuale del mio lavoro è basata sull’utilizzo della lana grezza come materiale di elaborazione e traduzione della memoria, del vissuto. Diventa fibra capace di dare forma e di riceverla, di coprire e generare la superficie, di fare emergere l’immagine e allo stesso tempo preservare la sua presenza. In questo senso diventa limite tra l’emersione della forma e il suo nascondimento, una forma intermedia della presenza. La sperimentazione dell’uso della lana si traduce qui nella creazione di feltri e nella traduzione in positivo dal negativo della forma. Il feltro, come una pelle, un vello, può ricevere la traccia ed essere il supporto stesso dell’immagine, impressa come scoria, ciò che resta dell’emersione stessa. Come nell’emersione del ricordo, l’immagine affiora e si proietta sulla trama, stratificando le sue tracce con frammenti appartenenti a diversi vissuti, temporali e spaziali. L’iniziale e primario processo di tosatura, lavatura e cardatura della lana grezza è parte integrante del parallelo processo di rimemorazione ed elaborazione della materia prima come elemento esistenziale, organico. La fibra assume quasi un valore limite tra lo scarto e la reliquia, proseguendo con lo stesso valore tanto nell’emersione dell’immagine come forma quanto dell’immagine come affioramento. L’emersione, muta, quasi attutita nella sua presentificazione, è anch’essa crosta e scoria dello stesso processo, anche qui al limite tra rito rimemorativo e memoria involontaria.

Collaborazioni con il Museo d’arte per bambini:

Il profumo delle fiabe

Ha collaborato con il Museo d’arte per bambini dal 1919, realizzando il progetto per il programma Il profumo delle fiabe dedicato a Rosaspina.

Nel 2021/22 porta a compimento il progetto con un’installazione composta da una scultura (la culla dove dorme Rosaspina), e 14 tavole in feltro di lana con scene della storia, per la stessa installazione realizza una teca con spine di acacia e oggetti realizzati in colofonia, la resina naturale che con il procedimento del calco assume la forma degli oggetti. a corredo un video in cui si assiste alla cura che l’artista ha nella realizzazione della materia che poi modella: l’approvvigionamento della lana. L’artista tosa le pecore e cura l’intero processo che porterà la materia a diventare supporto e/o elemento artistico.

Ti regalo un’idea

Nel 2020/21 ha realizzato un video per il programma Ti regalo un’idea in cui la stanza e gli oggetti conservati diventano, emblematicamente, un’esplorazione della memoria.