Dompé Maria
Informazioni
Nata a Fermo il 4 marzo 1959, Maria Dompè ha frequentato il liceo artistico e si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1982.
Nell’anno 1989 si tenne la prima personale a Roma, cui fecero seguito le esposizioni individuali allestite alla galleria Spazio Temporaneo di Milano (1991); nello stesso anno ebbero inoltre luogo la mostra Interni d’Artista, le due edizioni di Etica all’Arte e Arte in Scena a Todi.
Tra le altre mostre vi furono quelle all’Isola di Roma (1992 e 1993), alla galleria Alberto Peola di Torino (1995), Don’t forget Mururoa (Roma 1997), Alle donne di Nakiri (1999, Istituto Giapponese di Cultura di Roma), la mostra al Contemporany Sculpture Center di Tokyo, la personale a Milano (2000) e l’omaggio a Roma ad Ella Maillart (2007).
La cultura dello spazio e l’impegno civile convivono da sempre nell’arte di Maria Dompè che elabora una visione spirituale dell’arte. In un intimo colloquio tra lo spazio e l’artista, che percepisce la sintonia tra il sito e la sua storia, iniziò a concepire “interventi nello spazio”, modificando il luogo prescelto. Il primo è stato Hymnen (1989) a Torino, un lavoro in corda e travertino ideato per le musiche di K. Stockhausen.
Altri numerosissimi interventi si sono susseguiti dal 1990: a Bielefeld celebrò la caduta del muro di Berlino, seguirono Camminando lungo il Kibune River per Giappone-Italia: Giovani Generazioni (Roma 1992), Aberrazione per la “Campagna contro il Razzismo del Comune di Roma” (1993); Falcone-Borsellino per la “V Biennale d’Arte Sacra” a Teramo; C’era una volta l’Accademia dei Georgofili, (1993, “XXIII Premio Suzzara”), Fermateli! (Arezzo, 1994) contro il martirio della guerra religiosa.
Il rapporto tra creatività artistica e impegno civile si manifestò ancora con Non Immolate Il bambino (Roma 1996) e Meditazione (Roma 1997).
Nel 1998 partecipò a Lavori in corso 3, con Io sono quell’altro che ha attraversato un paese su una passerella che collega due sogni.
È stata più volte premiata: al Concorso Accademie d’Italia (1981), al Concorso Nazionale dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone (1982); al “Premio Bernini” (1984); ha ottenuto borse di studio internazionali e nel 1995-96 vince il “Concorso Nazionale di Edificazione di un’Opera Monumentale” presso la Nuova Casa Circondariale di Viterbo con Insula.
Nel 2000 elaborò Ani-la, Daily Spiritual Life: Roma e Daily Spiritual Life: Milano mentre in occasione della celebrazione del 27 gennaio del 2001 Dompè coprì il sagrato e la cancellata della Neue Synagoge di Berlino di tessuti bianchi intrecciati e di rose bianche come simboli delle vittime della persecuzione ebraica (la rievocazione si tenne l’anno successivo a Roma).
Con l’adesione sociale di sempre, nel 2001 omaggiò il dissidente premio Nobel cinese Gao Xingjian mentre nel 2004 progettò 2 giugno 2004: Campo Fossoli, luogo presso Carpi nato come centro di smistamento per la deportazione nei lager di sterminio tedeschi.
Nel 2005 celebrò il popolo tibetano presso l’American Academy in Roma, Alcide De Gasperi in Via delle Fornaci e Dalhousie Square a Calcutta per la salvaguardia del patrimonio mondiale.
Durante la rivoluzione pacifista in Birmania creò Un’Offerta ai Monaci Birmani alla Scala Santa di Roma e nel 2008 Remember-hope – 9/11 rievocava l’attentato terroristico alle Torri Gemelle.
Nel 2011 in occasione della beatificazione di Papa Wojtyla l’artista ha ideato due interventi nello spazio.
Dompè è sempre stata molto vicina anche ai temi relativi all’ambiente: nel 2003 collocò Gaia a walk for life – charter for environmental planetary urgencies presso il Parco di Poggio Valicaia (Scandicci); l’anno successivo ha avuto luogo Water Emergency in Valle Sella per Arte Sella, nel 2009 a Calais concepì un imponente lavoro ambientale La mer-la dentelle, la dentelle-la mer per sottolineare l’importanza di preservare un vero patrimonio culturale di antica tradizione calesiana e di tutelare il mare come preziosa risorsa sociale e ambientale.
Per la Biennale di Venezia del 2011 presentò Japan Courage in netto contrasto con le cronache della tragedia nucleare del marzo 2011, esortando ancora una volta ad un nuovo rapporto con la natura.
Nello stesso anno a Washington realizzò Connecting Worlds for the Galapagos sul tema dell’inquinamento. Il dialogo con lo spazio si apre a “trasformazioni a verde” permanenti in aree preesistenti (dal 2006 fino a Il Giardino dell’Anima, una proposta di riqualificazione e modellazione del terreno realizzata in uno dei giardini esterni della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma).
Importanti le riqualificazioni paesaggistiche a Massa Marittima con Sol omnibus lucet (tra 2015 e 2016) e Altum Silentium presso la Certosa di San Lorenzo in Padula nel 2017.
Negli ultimi due anni ha sviluppato My name is … il mio nome è … Conosci l’altro e la sua realtà, che ha avuto luogo a Roma, Napoli e Candela e, ritornando alla Scala Santa, ha realizzato Sursum corda! (In alto i cuori!) direttamente sugli scalini marmorei originali.
L’artista vive e opera a Roma continuando a donare la sua energia nel grande cerchio.
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