De Tora Gianni

Informazioni

La ricerca artistica di Gianni De Tora (Caserta 1941 – Napoli 2007), maestro dell’astrattismo geometrico, affonda le sue radici nella tradizione figurativa paesaggistica di derivazione morandiana. I suoi primi lavori sono semplici vedute di città, costruite con linee e figure geometriche che contribuiscono alla creazione degli edifici e del paesaggio circostante. Risalgono a questo periodo opere come “Industria” (1961) e “Il Paese al Tramonto” (1961). Ben presto però, la sua attenzione si sposta verso l’espressionismo e l’informale, prediligendo temi legati alla scienza e all’esplorazione spaziale (“Conquista dello Spazio”, 1962; “Nautilus Duemila”, 1963). Il risultato di questa ricerca fu esposto in occasione del premio A. Mancini presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1963. La metà degli anni Sessanta segna un deciso cambio nella sua poetica. Tra il 1964 e il 1970 partecipa attivamente alla vita politica napoletana trasportando in tele di gradi dimensioni tutto il suo impegno sociale. Risalgono a questo periodo opere come “Telecronache ’68” (1968) e “Missione Compiuta” (1969), vicine alla Pop Art americana. A inizio anni Settanta vi è poi la svolta stilistica definitiva di De Tora: la struttura geometrica e la sua rigorosa definizione divengono il suo campo di indagine a 360°, impegnandolo negli anni a venire, sino alla morte (“Sequenza del Triangolo”, 1975; “Le Diagonali”, 1978). Alla Biennale d’Art Italienne di Parigi espone i “contrasti” (acrilici su tela), primi risultati di questa ricerca, ricevendo numerosi riconoscimenti. Questa astrazione di stampo geometrico lo accomuna alle esperienze artistiche di Barisani, Di Ruggiero, Tatafiore, Riccini, Testa e Trapani, con i quali, in quegli anni, fonderà il gruppo “Geometria e Ricerca”. L’impianto rigorosamente geometrico delle opere di questo periodo, subisce, a partire dagli anni Ottanta, inserti di natura concettuale che lo portano a sperimentare, oltre alla tela, nuovi supporti, estendendo così il suo fare artistico all’ambiente e allo spazio. La sua ultima personale “America”, del 2004, ha raccolto ed esposto i suoi ultimi lavori dedicati agli Stati Uniti. L’opera “Labirinto” (2004) si inserisce, dunque, nella sperimentazione avviata già negli anni Ottanta: la necessità di andare al di là della superficie bidimensionale della tela spinge l’artista a dialogare con l’ambiente, rispettando comunque l’impianto fortemente geometrizzante della sua intera ricerca artistica. La scelta dei colori per la composizione dell’opera in questione non è casuale: i colori primari (blu, rosso, giallo) si rapportano con il nero (unione di tutti colori) e conducono lo spettatore verso il cubo-vasca centrale di colore bianco (assenza di colore) all’interno del quale, sciogliendo i dovuti pigmenti, è ottenibile ogni tonalità. Il processo artistico di Gianni de Tora, dunque, si esplicita in una dimensione interattiva che coinvolge tanto l’ambiente quanto lo spettatore che diventa, in tal modo, parte integrante dell’intero processo artistico e creativo.

Principali mostre personali e collettive:

1963, Mostra Nazionale, Palazzo delle Esposizioni (Roma);

1967, Biennale di Ancona;

1969, VII Premi Internacional J. Mirò (Barcellona);

1972, Exhibition of Contemporary Painters, University of London Union (Londra);

1973, Figurazioni e Tendenze (Napoli);

1973, Exposicion International Museo de Arte Contemporaneo (Buenos Aires);

1975, X Quadriennale d’Arte di Roma (Roma);

1975, “Napoli Situazione ’75” (Napoli);

1978, XVII Premi Internacional J. Mirò (Barcellona);

1984, Antichi Arsenali (Amalfi);

1987, Istituto Italiano di Cultura (Vancouver);

1991, Musée de Saint-Paul de Vence (Francia);

1993, Mostra Antologica Galleria Civica d’Arte Moderna (Gallarate);

1994, Galleria Lauter (Manneheim);

1999, Galleria Avida Dollars (Milano);

1999, Istituto Italiano di Cultura (Muenchen);

2004, Mostra Antologica Museo Civico di Castelnuovo (Napoli)